"Il Gladiatore II" del 2024, diretto da Ridley Scott, tenta di rinverdire i fasti del film originale del 2000, ma inciampa in diversi aspetti che ne compromettono l'efficacia.

Il protagonista, interpretato da Paul Mescal, non riesce a eguagliare la presenza scenica di Russell Crowe. La sua performance appare sbiadita, incapace di trasmettere la stessa intensità emotiva che aveva reso memorabile il personaggio di Massimo Decimo Meridio. Inoltre, la presenza di Denzel Washington nel ruolo di Macrino, seppur di grande talento, sembra fuori luogo, aggiungendo confusione all'identità del personaggio.

L'ambientazione romana, che dovrebbe essere un punto di forza, risulta poco convincente. La rappresentazione della città eterna manca di autenticità, facendo sorgere il dubbio: dov'è la vera Roma? Le scenografie sembrano più una caricatura che una ricostruzione storica accurata.

Una delle scene più discusse è quella in cui il Colosseo viene riempito d'acqua per ospitare una naumachia con squali. Questa scelta, oltre a essere storicamente inaccurata, sfocia nel ridicolo, trasformando un momento che dovrebbe essere epico in una sequenza di fantascienza poco credibile. Ridley Scott ha difeso questa scelta, affermando che "il cinema è anche spettacolo" , ma ciò non basta a giustificare un tale distacco dalla realtà storica.

La trama del film segue pedissequamente le orme del suo predecessore, risultando una copia sbiadita e priva di originalità. Le dinamiche narrative sembrano inserite al solo scopo di compiacere i fan, senza aggiungere nulla di nuovo o significativo alla storia.

In conclusione, "Il Gladiatore II" appare come un tentativo malriuscito di replicare il successo del primo film, mancando però di anima, autenticità e innovazione. Un'operazione di fan service che non rende giustizia all'eredità del capolavoro originale.